Terapia Antifibrotica: cosa è, come funziona e quali sono le opzioni più efficaci

Ti sei mai chiesto perché alcune malattie fanno indurire i tessuti, trasformandoli in una massa rigida? Questo è il risultato della fibrosi, un processo in cui il corpo accumula troppo collagene. La terapia antifibrotica è pensata proprio per fermare o invertire questo meccanismo, evitando danni permanenti a organi come fegato, polmoni o cuore.

Quali sono i farmaci antifibrotici più usati?

Sul mercato trovi diversi farmaci che hanno dimostrato di ridurre la formazione di tessuto cicatriziale. Tra i più noti c'è il pirfenidone, utilizzato principalmente per la fibrosi polmonare idiopatica. Un altro è il nintedanib, che agisce bloccando le vie di segnalazione che favoriscono la crescita delle fibre di collagene. Per la fibrosi epatica, il acido ursodesossicolico è spesso prescritto perché aiuta a migliorare la funzione epatica e a ridurre le cicatrici.

Oltre a questi, il sirolimus e la metformina sono stati studiati per le loro proprietà antifibrotiche in vari organi. Il punto chiave è che la scelta del farmaco dipende dal tipo di fibrosi e dallo stato di salute generale del paziente.

Strategie non farmacologiche per potenziare la terapia

Non basta prendere una pillola e sperare il meglio; esistono abitudini quotidiane che possono fare la differenza. Una dieta ricca di antiossidanti – frutta, verdura, noci – aiuta a ridurre lo stress ossidativo, uno dei fattori che alimentano la fibrosi. L'Omega‑3, presente in pesci grassi come il salmone, è anch'esso benefico.

L'attività fisica moderata contribuisce a mantenere i tessuti elastici. Camminare 30 minuti al giorno, fare yoga o nuotare sono ottime scelte, perché stimolano la circolazione e favoriscono il turnover cellulare. Anche il controllo del peso è importante: l'obesità aumenta i livelli di infiammazione, che a sua volta può peggiorare la fibrosi.

Infine, è fondamentale gestire le cause scatenanti: smettere di fumare, limitare l'alcol e trattare tempestivamente le infezioni croniche (come l'epatite C) riducono il rischio di ulteriori cicatrici.

Se sei già in terapia, parla con il tuo medico di eventuali effetti collaterali e chiedi se è possibile combinare il farmaco con interventi dietetici o fisici. Spesso una piccola modifica, come aggiungere una porzione di verdure a foglia verde a pranzo, può migliorare la risposta al trattamento.

Ricorda che la terapia antifibrotica è un percorso: non sempre si vede un miglioramento immediato, ma con costanza e una buona comunicazione con il professionista sanitario i risultati possono essere concreti. Mantieni un registro dei sintomi, delle dosi e di eventuali variazioni del tuo stato di salute: è uno strumento utile per capire cosa funziona meglio per te.

In sintesi, combattere la fibrosi significa unire farmaci mirati, alimentazione sana, attività fisica regolare e un attento monitoraggio. Seguendo queste linee guida, puoi ridurre il rischio di complicanze e migliorare la qualità della tua vita.

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Alessandro Sartorelli

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